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Palladian E-Bike Experience

Le Ville Vicentine e l'evoluzione del Palladio

53,1 km

 3 h 1 min

con velocità di crociera 20 km/h

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TAPPA 1

da Palazzo Valmarana Braga a Villa Trissino ai Cricoli

Km 3,1  -  min 11

TAPPA 2

da Villa Trissino ai Cricoli al Bacchiglione

Km 6  -  min 20

TAPPA 3

dal Bacchiglione a Villa Caldogno

Km 5,6  -  min 20

TAPPA 4

da Villa Caldogno alle Risorgive

Km 5  -  min 15

TAPPA 5

dalle Risorgive a Villa Da Porto Pedrotti 

Km 2,2  -  min 6

TAPPA 6

da Villa Da Porto Pedrotti a Villa Da Porto Casarotto 

Km 1,3  -  min 5

TAPPA 7

from Villa Da Porto Casarotto a Villa Valmarana Bressan

Km 3,1  -  min 10

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TAPPA 8

da Villa Valmarana Bressan a Villa Valmarana Zen

Km 6,9  -  min 23

TAPPA 9

da Villa Valmarana Zen a Villa Thiene

Km 1,9  -  min 7

TAPPA 10

da Villa Thiene a Villa Ghislanzoni Curti

Km 8,0  -  min 26

TAPPA 11

da Villa Ghislanzoni a Villa Gazzotti Grimani Curti

Km 0,3  -  min 1

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TAPPA 12

da Villa Gazzotti Grimani a Villa La Rotonda

Km 6,9  -  min 24

TAPPA 13A

da Villa la Rotonda a 13B

Km 1,3  -  min 6

TAPPA 13B

da 13B a 13C

Km 0,1  -  min 2

TAPPA 13C

a Palazzo Valmarana Braga

Km 1,4  -  min 5

Route 1
Palazzo Valmarana Braga.jpg

da Palazzo Valmarana Braga a Villa Trissino ai Cricoli

3,1 km

11 min

Mi chiamo Andrea di Pietro della Gondola, ma tutti mi conoscono come il Palladio.

Saremo a breve nel luogo in cui conobbi il mio mentore, colui che mi offrì la possibilità di una vita nuova insieme al nome nuovo.

E poi andremo oltre, girando intorno a Vicenza, la città che mi adottò e che senza dubbio è “la mia” città”, per quanto io sia padovano.

​

Ma fu Vicenza, furono gli artisti che gravitavano attorno a Vicenza, e furono soprattutto i nobili di Vicenza, molti dei quali miei amici oltre che committenti, coloro che posero nuove fondamenta alla mia storia, e che la adornarono di una grandezza che mai avrei immaginato.

Come Giovanni Alvise Valmarana, uno dei grandi uomini di quella città, certamente un riferimento per molti della fazione cosiddetta “imperiale”, quella più nutrita, delle famiglie che sedevano in Consiglio. Fu lui, insieme al Trissino di cui parlerò a breve, e a Gerolamo Chiericati, a spendersi sul mio nome quale progettista e direttore dei lavori (si direbbe oggi) dell'opera pubblica decisamente più importante della città, una tra le più importanti dell'epoca nel nord Italia, ovvero la ricostruzione delle Logge della Basilica.

Pareva impossibile essere scelto al posto del Sansovino, di Giulio Romano, di Sebastiano Serlio.. e invece così fu. La mia storia, o meglio la storia del Palladio, allora era già cominciata.

​

Cavalcheremo insieme, per le ville che adornano come una collana la città da cui stiamo partendo.

Sarà come aprire alcune pagine di un libro, in disordine, come il fato ha voluto che fosse nel dare una sua geografia al mio cammino.

 7min

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da Villa Caldogno alle Risorgive

5 km

15 min

I Caldogno furono un'altra tra le famiglie a me più care.

Per Losco progettai questa villa di campagna, che poi sarà completata dal figlio Angelo con gli affreschi che la fanno lieve e importante al tempo.

​

Così la mia volta a botte di un ambiente termale romano diventa un Concilio degli Dei, e il salone centrale risulta retto da questi giganteschi telamoni, sotto i quali danza lieve la vita dei nobili.

Poi ecco le virtù di Scipione, e poi le storie del Pastor Fido del Guarini e dell'Aminta del Tasso.

Ecco quella Sofonisba, la prima tragedia in italiano scritta proprio da quel Giangiorgio Trissino dalla cui villa veniamo.

Ecco un'altra che al suo interno diventa la scena di una rappresentazione quotidiana, grazie al lavoro degli amici Giovanni Antonio Fasolo e Battista Zelotti ed altri.

Eravamo un gruppo di artigiani e artisti – non c'era molta differenza ai tempi tra queste due parole - molto amici tra di noi: eravamo soliti mangiare e discutere insieme, così come dove finiva la mano di uno scultore, cominciava quella di un pittore, ma se ne parlava insieme con l'architetto, persino con il fornitore del legname (anch'egli, di diletto, pittore).

​

Era questo il clima in cui collaboravamo, la mensa a cui spesso si univa anche il nobile, come in questo caso, che era competente e appassionato.

 7min

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da Villa Da Porto Casarotto a Villa Valmarana Bressan

3,1 km

10 min

Palladianesimo. Addirittura ho dato nome a un movimento artistico, l'unico che trae nome da un architetto. Nè io, né Giangiorgio Trissino avremmo mai immaginato che la sua visione e la mia opera avrebbe assunto una dimensione tale.

​

Colpa dei Quattro Libri dell'Architettura che ho scritto, certamente, diffusi proprio a partire dai commerci delle famiglie vicentine in tutta Europa, viaggiando sui medesimi canali in cui si esportava la nostra seta.

Dentro volli portare le tecniche costruttive che mano a mano, venendo dal basso, ho conosciuto da vicino, così come le descrizioni e i disegni mie opere. Non per vanagloria, sono sempre rimasto una persona molto umile, ma per offrire una serie soluzioni, di tipi architettonici, a cui potersi ispirare.

Un manuale di architettura che avrà poi una straordinaria fortuna.

​

Questa è una villa “palladiana” progettata due secoli dopo la mia morte, così come ville ed altre architetture “palladiane” venivano progettate e costruite in tutto il mondo.

In questo caso, in un periodo poi chiamato Neoclassicismo, ma per la medesima famiglia che servii due secoli prima.

 

Ora allontaniamoci per il lungo viale, asse di una villa che come insegnai, disegna il paesaggio.

 7min

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da Villa Thiene a Villa Ghislanzoni Curti

8,0 km

26 min

Ero ancora un giovanissimo architetto, agli inizi, scelto anche dai Thiene, la famiglia di riferimento della fazione filo-francese della città.

​

Che principi, i Thiene! Sembravano destinati a divenire i Medici di Vicenza, a quei tempi.

​

Strettissimi con i Gonzaga di Mantova, portarono loro Giulio Romano a Vicenza, a disegnare il loro palazzo, quello che sarebbe diventata una vera e propria reggia nel cuore della città.

​

Palazzo Thiene non è mio, ma di Giulio Romano. Io cominciavo, e così ero diremmo oggi il “progettista esecutivo” e il “direttore dei lavori”.

E lo stesso qui, nella villa per Marcantonio e Adriano, salvo poi essere chiamato a disegnare un grandioso ripensamento di tutto il complesso, di cui poco qualcosa fu realizzato e qualcosa di ciò fu poi demolito.

​

La storia di questa villa è nei disegni: i primi, anche i miei, e poi uno schizzo di Inigo Jones, che è a Vicenza trent'anni dopo la mia morte per studiarmi, e per portare quello stile a Londra, facendone quello ufficiale del Regno d'Inghilterra, che poi sarà l'Impero Britannico – un quarto delle terre emerse del globo.

​

Se qualcosa ho imparato in questi secoli è che il tempo vince, sempre.

 7min

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da Villa la Rotonda a 13B

1,3 km

6 min

Divenni l'architetto delle famiglie di Vicenza, di tutte le fazioni.

Presto fui presentato ai patrizi veneziani, che facevano a gara per avermi. Alla morte di Jacopo Sansovino divenni Proto, ovvero Primo Architetto della Serenissima.

Ma continuai sempre a lavorare a Vicenza.

​

Paolo Almerico aveva fatto una carriera brillante a Roma, divenendo referendario di due Papi, finchè volle ritirarsi nella sua città. Vendette il palazzo di famiglia al Pozzo Rosso e comprò questa collina, un diamante entro il collare di un anfiteatro di colli, così che la vista, da qui, era ora breve, ora più lunga, fino all'orizzonte. Ma bellissima, in qualunque direzione.

​

Una villa per un uomo, una villa non fabrica, palazzo di campagna – più propriamente.

​

Ed ebbi mano libera, totalmente, per la prima volta.

Così realizzai quella che mi parve sin da subito un'architettura perfetta. Ogni elemento si incastrava perfettamente nell'altro. Il gioco in pianta, tra un cerchio celeste e un quadrato terreno. Le proporzioni, matematicamente esatte – e i giochi di luce dei quattro pronai sulle quattro facciate, che rendevano ogni giorno dell'anno e ogni ora del giorno una nuova combinazione di ombre e colori, fuori e dentro.

E il colore della Rotonda, sarebbe stato quello del grassello, cosicchè tutto era un'unica scultura dello stesso materiale, in realtà risparmiando molto grazie a tutto ciò che a quel tempo avevo imparato.

​

Ogni aspetto si incastrava come in un gioco magico, mentre procedevano progetto e realizzazione, come se tutto, nella mia storia, mi avesse portato sino a quel momento...

 

 7min

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da Villa Trissino ai Cricoli al Bacchiglione

6 km

20 min

Eccoci dove tutto è cominciato. Sulla soglia dei trent'anni, qui, ero lo specialista d'architettura di quella che oggi sarebbe chiamata un'impresa edile; ormai da più di dieci anni mi ero fatto conoscere ed apprezzare, prima come abile scalpellino, poi per il mio interesse e il mio gusto per gli aspetti compositivi. Nei limiti ovviamente imposti dagli architetti o direttamente dai clienti.

​

Così il conte Giangiogio Trissino dal Vello d'Oro, qui mi illustrava i suoi disegni per il rinnovamento della facciata principale, nel tratto compreso tra le due torri angolari.

Fantastico: finalmente un'architettura rinascimentale a Vicenza, ed io avrei coordinato i lavori. E pure, il Conte mi chiedeva un parere, cercava il mio intelletto, spinto dalla mia curiosità.

Ecco che la solita facciata gotica veneziana veniva demolita e rifatta alla moda di un palazzo fiorentino o romano del tempo.

​

Conoscevo ciò che ben da prima che nascessi stava succedendo poco più a meridione di noi, la maniera nuova di far palazzi e ville con gli elementi architettonici degli antichi. Avevo visto molti disegni a casa di Valerio Belli, intagliatore di pietre preziose famosissimo e pagatissimo che lavorava per i papi su disegni di Michelangelo e Raffaello: ero molto amico di suo figlio, e spesso mi recavo in quel palazzo che era praticamente un museo di antichità.

Me ne aveva parlato Antenore Pagello, e ora me ne parlava il Conte Trissino, quell'uomo con una visione così nuova e alta, che capii più avanti con gli anni, in me stava cercando il suo architetto, quello che la sua visione l'avrebbe realizzata.

 7min

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dalle Risorgive a Villa Da Porto Pedrotti

2,2 km

6 min

Qui nasce il Bacchiglione, che si unisce al Retrone a Vicenza, che si unisce al Brenta a Padova.  

Se abbiamo la fortuna di trovare l'oasi aperta, val la pena entrare e ristorare le nostre membra.

 7min

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da Villa Valmarana Bressan a Villa Valmarana Zen

6,9 km

23 min

Come ero giovane! La mia educazione ad architetto, ad opera del migliore precettore in assoluto che avrei potuto sperare, era cominciata da quattro anni, quando fui chiamato qui da Antonio di Pietro e Giuseppe di Bernardino, due Valmarana.

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Di fronte a un'altra villa di famiglia, di là da quello che era un boschetto, elevavo questo corpo semplice grazie a un'invenzione, capace da sola di elevare l'intera facciata: la Serliana.

Un modulo felice, che utilizzai poi spesso, in cui l'arco romano primeggia tra due aperture laterali architravate “alla greca”, non certo una mia invenzione. Sebastiano Serlio, da qui il nome, lo individua come elemento architettonico, io già a Villa Trissino a Cricoli, la prima che abbiamo incontrato oggi, invento i due “oculus” che alleggeriscono e ammorbiscono; dopodichè ne rivelo a tutti il potenziale, nelle Logge della Basilica: su due livelli, un modulo a fianco dell'altro, è fatta la facciata, risolvendo un problema difficile: i volti, nell'edificio medievale dietro, non avevano tutti lo stesso passo tra loro. Ma non qui, non qui.

​

Eccola la mia prima Serliana, nobilitare da sola un'intera facciata, introducendo a un portico quadrato, da cui si accede ai due appartamenti simmetrici.

​

Proseguiamo oltre, cavalcando tra i confini del feudo dei Valmarana

 7min

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da Villa Ghislanzoni a Villa Gazzotti Grimani Curti

0,3 km

1 min

Oggi le ville dello Stato da Tera della Serenissima sono più di quattromila, la gran parte delle quali può essere in qualche modo nominata “palladiana” per la foggia.

Non tutte.

Ma la villa quale architettura tra l'otium della famiglia patrizia e l'economia della campagna circostante, corpo padronale e barchesse in un unico nobile complesso che nulla ha più del castelletto feudale, senza più torri e invece aprendo, accogliendo, cercando una relazione con la campagna attorno, con il parco giardino e poi coi campi circostanti e il paesaggio tutto intorno... quella villa nasce palladiana, e prolifera nei decenni e secoli successivi, a punteggiare tutti i domini di terraferma.

​

Che luogo straordinaria fu la nostra terra: Bellezza e Commodità, intesa come utilità, si fondevano per divenire Perpetuità, superando il Tempo quindi, Antico e Moderno insieme.

​

Oggi, sopra un muro di cinta, oltre un cancello in ferro battuto, si entra in un albergo, in uno spedale o una locanda, oppure un museo – anche semplicemente di sé stessa – o ancora una dimora vissuta dagli eredi delle antiche casate.

Sopravvivono le antiche ville, ognuna a suo modo, silenziose, discrete, preziose memorie della nostra età dell'oro capaci di parlare solo a chi le sa ascoltare.

 7min

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da 13B a 13C

0,1 km

2 min

Scendiamo dalla cavalcatura e procediamo appiedati per la nostra sicurezza: ormai ci si aprono le porte dell'amata Vicenza!

 

 7min

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dal Bacchiglione a Villa Caldogno

5,6 km

20 min

Scorre da Atene a Roma, a Vicenza, a Londra, a Washington...

Scorre la storia della nostra civiltà d'occidente, da Omero e Achille, da Virtù che plasma Libertà, per giungere al cataclisma generato da un uomo solo, in terrasanta, mentre Augusto stava forgiando il primo Impero. Un uomo nuovo nasce, l'uomo figlio di Dio tra i suoi fratelli, ultimo e non più primo.

​

Scorrono i secoli, sino al mio Tempo. Quando un altro cataclisma stravolge il mondo, quel mondo che deve passare di mano da chi rivendica un diritto di sangue a chi rivendica un diritto di ingegno, e di lavoro, e di merito. E' il tempo moderno che arriva, quello liberale.

Vicenza, la mia Vicenza, è propaggine di quel mondo del nord, grazie ai suoi traffici commerciali, per le vie della seta esportata in tutta Europa, che prima qui importarono l'eresia, e poi da qui esportarono me, il Palladio, il Palladianesimo.

​

Tutto scorre, e tutto ritorna. Io sono l'antico classico, ma io sono l'uomo moderno, io che faccio templi per dimore private, perchè sacra è la discussione alta tra uomini di intelletto e cultura, e sacro è il lavoro. Scorro verso Londra, mi traghetta l'architetto di corte inglese, Inigo Jones, a cui ero giunto tramite i miei Quattro Libri.

 

Scorre la visione di Giangiorgio Trissino, la visione dell'antico che unisce, che rappresenta, che si perpetua, scorre oltreoceano molto, molto oltre ciò che avremmo mai potuto immaginare.

 7min

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da Villa Da Porto Pedrotti a Villa Da Porto Casarotto

1,3 km

5 min

Non l'hanno inclusa nel Patrimonio Unesco, ma è mia.

Un'altra tra le famiglie più importanti di Vicenza, quei Da Porto che danno il nome a una delle strade più belle della città, Contra Porti, in quanto posseduta in gran parte da questa famiglia.

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Sono ormai approdato a Venezia, nel pieno della maturità dei miei quasi cinquant'anni, ma le famiglie di Vicenza mi vogliono, tanto quanto le veneziane.

Un vincolo di gratitudine, anzitutto, mi lega al loro, oltre che di amicizia. Così quando Paolo Porto riceve il suo feudo qui a Vivaro, posso portare la mia nuova villa, quella che ormai ho evoluto con il pronao di un tempio classico al centro del corpo padronale.

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La villa è un tempio, e lo è paradossalmente proprio per committenti molto cattolici, come in questo caso. Il Conte Paolo è canonico della Cattedrale, quasi vescovo, amico del cardinale Alessandro Farnese che frequenta a Roma. Amico anche di Giangiorgio Trissino, morto da pochi anni.

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Tutto, la casa di campagna della famiglia e le barchesse, i locali dell'azienda agricola, sta insieme in un organismo unico che eleva l'uomo a Dio

 7min

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da Villa Valmarana Zen a Villa Thiene

1,9 km

7 min

La storia porta e toglie, nella storia nascono e finiscono uomini, civiltà, architetture.

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Ho avuto il privilegio di vivere come uno dei protagonisti l'età dell'oro di Vicenza, quando l'aria frizzava di progresso e futuro. Una ricchissima Vicenza che produceva il quaranta per cento della seta grezza della Serenissima.

Ma il mondo stava cambiando; Vasco De Gama aveva circumnavigato l'Africa qualche anno prima della mia nascita, vent'anni dopo un altro portoghese, Magellano, aveva stabilito l'altra rotta per le indie, quella occidentale per conto degli spagnoli. Due vie, entrambe migliori della nostra vecchia via della seta, per raggiungere e portare in Europa chiodi di garofano, noci moscate e le altre preziose spezie.

Così la generazione successiva a quella dei miei amici e committenti lo percepisce, ed è costretta ad essere più cauta.

​

Leonardo, figlio di quel Giovanni Alvise Valmarana proprietario del palazzo da cui siamo partiti oggi, non completerà il palazzo al Pozzo Rosso; e prendendo in mano questo cantiere dopo la morte dello zio Gianfrancesco, lo completerà.. diciamo diversamente da come l'avevo disegnato.

Immaginate sopra una loggia alta quanto quella al piano terra, e sopra ancora il frontone di un pronao a due livelli, ben più alto delle vecchie torrette d'angolo..

​

Che strano.. chi è il vero architetto?  Io o la storia?  Villa Valmarana Zen è questa, con la sua personalità unica che ha una sua forza.  Unica, più di quanto, certamente, sarebbe stata la mia.. 

I critici d'arte credono che mi sarei rivoltato nella tomba chissà quante volte, per tutto ciò che fu trasformato rispetto al mio disegno.  Non è così: sono stato strumento, sono lieto di esserlo stato, per ciò che è stato utile.  Per il resto, anche da spirito, continuo ad osservare estasiato la meraviglia di un'opera molto più grande di me.

 7min

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da Villa Gazzotti Grimani Curti a Villa la Rotonda

0,2 km

1 min

E ora torniamo indietro, di nuovo, ai primi anni quaranta, ai miei inizi.

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Non devo molto solo Giangiorgio Trissino.

Antenore Pagello, meno noto, aveva già cominciato ad istruirmi – io così avido di conoscenza – dei classici e della nuova architettura. Si imparentò, il Pagello, con l'appaltatore del dazio del sale, uomo di non aristocratiche origini, ma amante dell'arte e della musica in particolare.

Taddeo Gazzotti mi chiese allora di realizzargli una villa alla moda, che immaginai quasi da nuovo.

Elevata dal terreno, un'ampia scalinata – oggi di molto ridotta - avrebbe condotto a una loggia centrale a tre arcate, su cui sarebbe stato un timpano come quello di un tempio antico... Erano i primi esperimenti, ma stavo già percorrendo la strada che più avanti sarebbe divenuta più chiara.

​

Tutto dovea ancora modellarsi nello spazio, la facciata era ancora un disegno fattosi muro. Meno risorse di quelle dei patrizi veneziani che vennero poi, certamente. Ma anche una qualche timidezza di giovane architetto, rispettoso e cauto nelle sue prime avanscoperte.

​

Il Gazzotti – a causa di una speculazione sbagliata - dovette poi vendere in fretta e furia a Girolamo Grimani, tra i primi patrizi veneziani a conoscermi, e farmi conoscere.

 

 7min

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a Palazzo Valmarana Braga

1,4 km

5 min

Giunge così al termine il nostro viaggio, durante il quale abbiamo incontrato alcuni frammenti della mia storia.

Oltre alla breve permanenza terrena, ora mi vedo più a fuoco, comprendendo da dove venni e dove poi proseguii.

La storia di ogni uomo è così difficile da cogliere dall'interno...

​

Nel mio caso, il mio spirito resta colmo di gratitudine, da un lato, per avere ricevuto in regalo – io umile figlio di mugnaio – tali onori e l'occasione soprattutto di fare ciò che amavo. Dall'altro, come sempre, resto al servizio di chiunque possa giovarsi del mio ingegno e della mia opera.

La quale oggi è un Patrimonio dell'Umanità.

Cosa significa?

Quale missione può adempiere, se le mura non divengono valori, se il passato non diviene oggi, se questi pochi passi non inducono a scoprire molto di più, a comprendere quanto la mia storia è legata alla vostra, in modo più profondo di quello che si possa immaginare?

​

Con Virtù e Ingegno, siamo tutti parte di una medesima storia, figli dei nostri antenati, padri dei nostri pronipoti e liberi uomini in grado di innalzarci dalle nostre fondamenta.

 

 7min

Route 2
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